lunedì 23 aprile 2012


LA STORIA DEI MANGA

Prima di tutto, c'è da precisare che il termine manga in Giappone indica i fumetti in generale, mentre nel resto del mondo viene usato per indicare "storie a fumetti giapponesi".
In Giappone i manga non rappresentano un genere o uno stile, ma sono chiamati così i fumetti di qualsiasi tipo, senza differenziarli per genere o nazionalità, invece per precisarne la provenienza si sono divisi in "Nihon no manga" (日本の漫画 "fumetti giapponesi"), "Itaria no manga" (イタリアの漫画 "fumetti italiani"), e così via...
Al di fuori del Giappone, il termine manga è invece usato per indicare semplicemente i fumetti giapponesi, poi la loro veloce diffusione nel resto del mondo ha fatto sì che alcune convenzioni grafiche del manga siano divenute col tempo delle caratteristiche che  influenzarono in parte lo stile del fumetto anche all'estero, portando alla nascita di opere similari in Sud Corea con i "manhwa" e in Cina, Taiwan ed Hong Kong con i "manhua". In Francia nacque addirittura "la nouvelle manga", cioè una corrente fumettistica che lega insieme le bande dessinée (fumetti franco-belgi) con gli stessi manga; negli Stati Uniti venne coniato il termine "Amerimanga", per indicare i manga statunitensi.

Il manga è diretto a varie fasce d'età, che hanno permesso una diffusione più ampio. Si dividono principalmente in:
  • Kodomo: con uno stile minimalista e stilizzato, senza troppi fronzoli e possibilmente comprensibile da un pubblico di bambini.  La maggior parte di essi hanno come personaggi degli animali.
  • Shōjo: (che letteralmente significa ragazza) sono i manga per ragazze. Parla di amore, sentimenti e problemi adolescenziali. Molto spesso è ambientato tra i banchi di scuola o nella vita normale, mentre in altre è intrecciato col genere majokko. Lo stile di disegno è raffinato e ricco di decorazioni, molto più morbido ed in genere gli sfondi ambientali sono poco accennati, lasciando spazio a sfondi ornamentali con fiori, pizzi o altre cose adatte per un pubblico femminile, che esalti una caratteristica dei personaggi in apparenza.
  • Mahō shōjo (detto anche majokko): si tratta di manga sempre per ragazze, ma che possiedono degli elementi magici. Lo stile di disegno è più o meno lo stesso dello shojo originale.
  • Shōnen: indirizzati ad un pubblico maschile, lo stile di disegno è più sporco e spesso si preferisce l'uso del tratteggio al retino. Le inquadrature hanno spesso un taglio prospettico, lo stile di disegno è più incentrato a sottolineare l'anatomia e gli sfondi compaiono di più, conferendo un terreno di battaglia solido e visibile.
  • Seinen: per un pubblico adulto e maschile. Non è da confondere con l'hentai, genere a parte. Tratta argomenti seri e per lo più psicologici e lo stile di disegno è molto più maturo e ricercato.
  • Gekiga: storie drammatiche indirizzate ad un pubblico adulto.
  • Josei (o Redisu): variante più sobria dello Shojo. Tratta di relazioni amorose tra adulti e lo stile è più realistico.
  • Shōnen'ai: tratta di relazioni omosessuali maschili, enfatizzando il lato sentimentale. È dedicato ad un pubblico di donne e lo stile è più o meno lo stesso dello Josei.
  • Shōjo-ai: tratta di relazioni omosessuali femminili, enfatizzando l'aspetto sentimentale ed emotivo.
  • Yaoi: tratta anch'esso di relazioni omosessuali maschili, ma il genere è più esplicito ed è incentrato di più sull'atto fisico. Il disegno è adatto a sottolineare i particolari fisici dei protagonisti, per questo è un genere adatto alle donne.
  • Yuri: tratta relazioni omosessuali femminili. È decisamente più esplicito dello shojo ai.
  • Lolicon: è l'abbreviazione di lolita complex, cioè è un termine che viene riferito a un genere di manga dove sono presenti personaggi femminili dall'aspetto fanciullesco, soprattutto se dipinti in maniera erotica.
  • Shotacon: è l' abbreviazione di shōtarō complex, è un termine giapponese che indica l'attrazione, quasi sempre in senso sessuale oltre che affettivo, nei confronti di ragazzini prepuberi o appena puberi. Spesso è ulteriormente abbreviato in shota.
  • Hentai: per adulti. Si tratta di opere a sfondo pornografico, la cui trama è minimalista per lasciare spazio all'esplicito. Sono di norma vietati ai minori di 18 anni.
  • Ecchi: opere a sfondo erotico, di norma vietati ai minori di 14 anni (ovvero sono consigliati ad un pubblico maturo).
  • Mecha: è il genere nel quale i personaggi combatto tra loro con robot o mezzi aggiuntivi meccanici.